Taddeo e l’impossibile, Rogla e la sconfitta che lo farà vincere due volte

Il bacio della morte…. Cafeteros e Mangia Rane , una settimana fa la nemesi. Spariti I colombiani (alcuni con chiare crisi isteriche, delusione), umiliati i francesi.

Da lì è iniziato un aLtro Tour, gli Slivoska lo hanno controllato, ne hanno disposto come e quando hanno voluto, lo hanno fatto diventare noioso (solo per qualcuno) mentre qua e la qualche fuga, la favola di Karapaz e Kwiato e la bellezza del percorso ci hanno accompagnato allo showdown della Planche.

Ciò che è accaduto oggi sui Vosgi è più del Grand Slam di Taddeo, la vittoria passa quasi in secondo piano. Il più giovane, vince tutte e tre le maglie più importanti, rimonta 1 minuto e mezzo al dittatore, senza una squadra, da solo, come un Sottomarino: qualcosa difficile anche solo da descrivere.

Nei giorni scorsi sul Colombier, sul Col de la Loze, nelle tappe alpine, vedere Roglic in fila dietro il treno Jumbo con Van Aert e Dumoulin in iperventilazione costante, tritare senza pieta gli avversari ci aveva tratto tutti in inganno. Sembrava non volesse stravincere, sembrava gli bastasse guardare gli avversari per incutere loro timore. Ha azzerato Quintana, Landa e Uran. Ha tolto di mezzo Bernal, che da predestinato è diventato barzelletta con le reazioni ridicole che ha avuto dopo la debacle del Grand Colombier (Egan era ciò che Pogacar è oggi, solo un anno fa . . questo a monito).

ED INVECE…..

La crono della Planche entra nella storia e lui, ROGLA, da oggi avrà questo spettro da scacciare, uno spettro che dovrà farsi amico, perché sarà una lunga battaglia e non è detto che la sorte gli regali l’occasione per una piena rivincita, dovrà metterci qualcosa di più.

Scelgo il suo volto sfatto, col casco storto, gli occhi persi che stanno realizzando il disastro, per chiudere questa Boucle. Non il grande slam di Taddeo, è una storia troppo bella, troppo perfetta, troppo scontata. La purezza di Pogacar e la grandezza di ciò che ha fatto si raccontano da sole, ma il dramma di Rogla, che non ha ucciso il Tour quando poteva, dicevano, e che invece probabilmente ha recitato la sua parte fino al momento in cui le gambe ed il cuore si sono svuotati e poi è caduto, facendo un rumore colossale.

Che grande sconfitta, che grande colpo da incassare . . . non voglio cercare difetti, errori, accuse di supponenza. Ha perso il Tour, PUNTO, da oggi ha qualcosa che gli altri non hanno: una nemesi da sfatare, l’occasione di vincere due volte: il prossimo Tour e questo incubo.

Extra Track: giù il cappello davanti a Richie Porte, domani ai Campi Elisi anche TasMan sul podio giallo, su la mano chi ci credeva.

LE TOUR