Tanti a Pochi

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questa settimana ho visto un video del vicecampione mondiale in carica di Corsa in montagna lunghe distanze (ed. 2019, argento dietro Walmsley), e maratoneta da 2h16, durante un tratto tecnico della Marathon du Mont Blanc. Non era un bel vedere: incedere piuttosto insicuro, mancanza di forza e reattività, confrontato con Magnini e Angermund ma anche Bonnet sembrava proprio un altro sport.

Oggi al Grossglockner, con 5 gradi all’arrivo e tempo da lupi, si è vista l’Africa dei carneadi al maschile e delle giovani talentuose al femminile, battere nettamente gli atleti europei (occhio però al seed nr.9 Adela Stanska… stay tuned). 

Not a Joke

Ad ambedue le gare non mancavano altitudine e tratti molto ripidi, in un caso esisteva la variabile della distanza ben oltre i 35 km e di alcuni tratti tecnici, anche se non eccessivamente, dall’altra una distanza più contenuta e la richiesta del terreno di non abbassare mai l’andatura.

Da una parte atleti preparati muscolarmente a reggere l’urto, atleti con i kilometri e le ore nelle gambe, dall’altra atleti filiformi degli altipiani capaci di fare un andatura che solo loro sanno fare e portarsi ad un livello anaerobico peculiare al loro dna.

In mezzo? Manuel Innerhofer, verrebbe da dire, l’unico che ha fatto qualcosa veramente fuori dagli schemi in queste due gare che hanno segnato un crocevia significativo della stagione.

HOOLI

Allenarsi per essere forti e competitivi su una gara come Mont Blanc richiede tempo e possibilità di dedizione non scontati e non alla portata di tutti, allo stesso modo poter competere in una situazione come Grossglockner è più accessibile in termini pratici, ma ti porta con più facilità a dover fare i conti con la genetica.

Forza contro motore , quantità contro qualità , chi sta nel mezzo (e non è il buon Innerhofer in questo caso, che invece si erge ad eccezionale eccezione) perde tanti a pochi .,, da quel che si vede, in attesa di tempi migliori che arriveranno … o forse no.

#GATONGASTRIKESAGAIN

#GHI