CICLO

Disclaimer sul titolo: decidete voi di quale ciclo si stia parlando.

lighter


Ho perso 3 kg nelle due settimane precedenti il trofeo nasego 2021.

Di norma ho posato lo stanco corpo (voce del verbo slongare fuori il cadavere ) mediamente tra la una e le due di ogni notte, sottraendo tutto il tempo post ufficio a sport , famiglia , svago personale. 

Ne ho cavato una quasi crisi di nervi venerdì sera pre vigilia quando non tornavano i conti di moduli, documenti e auto dichiarazioni varie.

Altra perla che mi porto via da questa edizione 2021 il momento kafkiano alle premiazioni di domenica, il punto più basso mai raggiunto , forse peggio di un winter Trail di qualche anno fa con premiazioni fatte col cantatu di Fiorello. 

In mezzo l’apogeo di 5 anni di lavoro intenso e di bestemmie ai santi ai beati a madre Teresa e a tutti gli apostoli , quando ho riguardato con il pubblico il video dei #20 ho capito cosa abbiamo fatto in questi anni, ed è davvero tanto. 

Agonismo e personalità 

Ho portato le mie idee, il mio credo , le mie convinzioni, molte volte troppo estreme o troppo monodirezionali. “Gli idealisti muoiono giovani” mi ha detto qualcuno sabato pomeriggio, forse, ma io sono capace di fare le cose in un modo solo , questo. È il mio limite, intendiamoci, mica mi vanto. 

Tutto si riallinea e va a posto quando poi la gara parla. Dovremmo capire di più che solo questo conta ma tra numeri (e livello) coriandoli, marchette stampa, social e ossequi ci si perde in un ciclone di cazzate. 

C’è il contraltare , la personalità degli atleti . Sono persone , con i loro cazzi e i loro problemi, raccontarli come i calciatori e le star della nba è simpatico ma mancano all’appello le spalle coperte dai milioni, di questo faccio pubblica ammenda. Molte volte ho fatto l’appunto al piattume del racconto declinato all atletica , uno vince gli altri non perdono. Motivi e pieghe dentro sopra e sotto, di significato a volte profondo, vengono perentoriamente ignorati. Così perdiamo tutti, anche quelli fuori, e le illusioni e il

raccontarsela non leniscono ne cambiano le cose. 

Grayson, the goddess

Anni di lavoro e tempo libero fumato via mi hanno almeno regalato per un giorno la gara perfetta con questa dea venuta dallo Utah, mandata dal Dio della corsa , ovunque esso sia. Uno sturbo vivente, capace di fare quello che ha fatto e di stare due giorni vicino al sacro cavallo alato Andrea MAYR, il mito vivente. Con Cesca Ghelfi che dice due parole all anno ma che in due sillabe ha riconosciuto più lei il nostro lavoro a creare questa gara che diecimila post del cazzo sui social. E Joyce , elegante come una pantera , ordinata , bella, forte. Quando sabato alla conferenza degli elite le ho avute intorno ho toccato forse il momento più alto di oltre 20 anni di Corsainmontagna scritta raccontata e vissuta. 

Non rimarrà molto in questo mondo The Goddess, ne sono abbastanza sicuro, è davvero troppa cosa per questo piccolo ambiente, ma averne potuto godere due giorni pieni ai massimi livelli tecnici rimanga a tutti i fortunati presenti come una vera rarità. 

Mi è mancato un degno duello nella gara maschile anche se Cesare ha fatto una grande ed enorme prestazione, ma se Petro è stato come dice pauli “ingiocabile” nella seconda parte , il mio sogno era avere Xavi e magari il campione del mondo attuale, a contenderla. Per vari motivi non è stato possibile , ciò non sposta di un millimetro l’impresa di BumBum. 

Erano oltre 40 gli elites accreditati nelle due gare , sottovoce sono passati personaggi di una umanità e di una personalità enormi come the Roz Rostan, Eric, Paul Tierney (my hero), le sorelle Stranska, Marek Chrashina, Timoteo FRANKENSTEIN Becan, Geoffrey Gikuni Ndungu, Charlotte Morgan, Erica Ghelfi , Alice Gaggi e Camilla Magliano , questa tra le altre con una storia tutta sua di insicurezze ed agonismo che andrebbe raccontata anche solo per esorcizzarla (;-))-

Parlando dopo la gara con Andrea prima del suo rientro in Austria ci siamo soffermati ad osservare come tante delle persone in gara ai due gironi di nasego abbiano problemi di vario genere fuori dallo sport. Certo questa è la storia del mondo e della vita , e non possiamo scoprire L ovvio o risolvere L eterno. Forse però dovremmo tutti imparare a riguardare e rimettere tutto nell’unica prospettiva che conta , quella che lo spettacolo rimane dal primo all ultimo metro di gara, non prima, non dopo. E che è dentro a quel momento che stanno le risposte a tutto ma anche i segnali da non ignorare per non dover poi piangere o intristirci. 

La vita non è facile , lo so bene fidatevi, che possiate tutti trovare la forza di vivere la vostra con gioia ed appagamento, quello che ho cercato di fare io in questa gara per questo sport e’ stato di darvi un motivo di gioia, orgoglio e stimolo. Dove e se ho sbagliato vi chiedo solo scusa.

Il mio microfono 🎤 è ora sul palco di Famea, su quello stesso palco dove mi avete permesso di costruire qualcosa che provasse a dimostrare che anche noi possiamo, basta volerlo davvero. 

Il mio compito alla nasego finisce qui. 

Grazie , e PUCIA