THE DARK SIDE, il lato ruvido

Il fatto è che non ne parlerà nessuno e non perché non c’è tempo o per altre ragioni diverse dall’unica verità: che la gente non vede e non vuole vedere, o più semplicemente non conosce, non ha elementi per leggere alcune situazioni , che invece andrebbero condivise, perché sono il cuore di tutto questo.

La nasego 2020 ha saputo mettere in campo una competizione di corsa in montagna di grande livello, ricca di spunti e di storie eccezionali.

Tutto questo ben di Dio viene liquidato da un comunicato scarno, che poi ti tacciano anche ti aver scritto troppo lungo. Un mini report in inglese pilotato verso alcuni blog internazionali dove la formula del tweet è quella prediletta (anche perché così si nascondono alcuni errori di nomi abbastanza assurdi).

Comunicazione è dare il nome del vincitore è tirare due pompini veloci, in assenza della diretta mondiale con 3 miliardi di telespettatori, conta solo questo. 

Fine. Ha vinto Cachard con il record e ha vinto McCormack. Buona notte, hashtag #fuoridaicoglioni .

Però 

In due giorni si è visto molto altro , ed anche le vittorie di Silvano e della bella Sarah d’Irlanda portano appresso qualcosa di più.

Voglio andare indietro, quando venerdì sera tardi ho stampato Le start list e mi sono messo ad evidenziare i nomi da mettere nel radar ho fatto andare via un bel po di giallo fluo.

C’erano quasi 50 nomi di atlete ed atleti che quando fanno il doppio nodo la mettono giù seria. Il loro credo e la loro passione andrebbero rispettati e valorizzati di più.

HOOLI

Dentro l’Impresa di Silvano si nascondo ad esempio le storie dei gemelli Cassol, che esplodono su un palcoscenico così importante quando anche io ormai li ritenevo inconsistenti per questi livelli. Prima e Seconda promessa maschile , ai margini della top ten del nasego che di norma è catarsi. C’è l’ennesima zampata di Farcoz, che di questa gara ha il numero, perché non la sbaglia proprio mai.

Dentro i dieci poi c’è roba pesante. Non puoi dire, come a Malonno, che qualcuno a staccato un po’ a caso la codina del calcinculo: Vender nono e Simu decimo, con il talento, il lavoro e l’esperienza che portano e ci mettono, sono sintomo chiaro di qualcosa di enorme. 

Julien quinto, veteranissimo si, bollito no. Una prova magistrale costruita nella prima parte dove davvero ha chiarito una volta ancora la completezza tecnica eccezionale di un atleta che da 20 anni è ai vertici mondiali.

Andy ai piedi del podio, perché la World Cup e la nasego 2019 non sono state ne un caso ne una vittoria contro nessuno. 

Our world

Questo mondo della corsa in montagna che per forza deve strizzare l’occhio al trail e che invece ha le sue gare e le sue cattedrali e farebbe bene a curarsi di loro e ad aumentare dentro di esse prestigio e spettacolo, investendo fortemente su atleti ed eventi con un senso ed una storia, non può che avere in DOUGLAS e MCCORMACK le bandiere da cui ripartire. 

La World Cup 2019 ha fatto sintesi di quei valori che stavamo perdendo.

Continuità , solidità , grinta, tenuta , coraggio, sacrificio, basso profilo, genuinità.

Bello era stato vederli a ottobre 2019 alzare il cristallo nel cielo di Lubiana, bello vederli alla Nasego, protagonisti , nel vivo della mischia, onorare quel trofeo e quel simbolo. 

E Aymo ? Parliamone … onnipotente sui vertical,  continua il regno del terrore di ENRICO AIMONODO IV , detto il castigatore. Si piegano uno alla volta gli avversari che non possono seguirlo su quelle pendenze a quel ritmo. Poi la domenica arriva nei 10, sprintando dietro un Maestri inferocito per la giornata storta. 

Combinata per Aymo, per me entusiasmante. Certo rimane uno steppen, deve salire secco e basta, perché li è poesia, quando lo guardi arrivare in cima ai vertical e sprintare ancora ed entrate in quei portalini dietro a cui si schiude il precipizio a me viene la pelle d’oca. Quei due quadricipiti che scaraventano in aria il corpo esile ed affusolato e quella faccia da impunito mai strafottente, anche quando vorrebbe esserlo. Aymolove.

I “miei” hooli Rosty e Zak portano via giornata magra, anche se Zak il giorno prima l’ha spiegata sul vertical, enorme “il rosso” ed anche dai piani alti dei tecnici pluri-decorati mi è giunto il sussurro “cavolo ma è un bell’atleta” … buongiorno Italia buongiorno Maria 

Le facili ironie si polverizzano quando poi nel nostro piccolo, ristretto ma fantastico ambiente si delineano i valori concreti. Come il week end di Timoteo Becan, che certifica come finalmente la Slovenia dopo Kosoveli torni ad avere un totem di credibilità in montagna. 

La vale

Totem come è Valentina Belotti: ancora una vittoria , ancora un colpo per dire che non è finita fino a che non è finita (in un burrone, speriamo … come mi dice lei sarcastica quando glielo scrivo per incoraggiarla).

Messa insieme col Bostik continua a dimostrare cosa siano classe e cuore, ho decantato il grande slam di Aymo (Chiavenna, PizTri e Nasegovk) ma faccio notare che Valentina lo ha fatto tipo due o tre volte , leggetevi gli albi d’oro, e impallidite, miscredenti.

Poi c’è la Zia Sorty…

La divina torna da Casto senza il titolo italiano che ritenevo prenotato, anzi la vedevo chiara vincitrice. Fletta in bacheca alla grande, Drei zinnen e Nasego un po’ regalate, ne rimango convinto, Susa in ordine, chi l’ha battuta quel giorno a Costa Rossa ha strameritato ed è ormai atleta clamorosa. 

Testa e gambe che qualche volta non girano a sincrono per Elisa, la bellezza di perdere quando ti aspettano tutti non c’è , lo so bene anche io povero stronzo, ma la Sorty è andata in battaglia con ardore e con classe anche stavolta, gestendo anche ciò che il responso di gara le ha servito nell’amaro calice. Un riequilibrio di priorità, e fermare le lancette , c’è sempre domani e c’è sempre la prossima.

Perché francamente possiamo applaudire le vincitrici di giornata ma se dobbiamo dare un nome ad un periodo storico del nostro mountain running nelle ultime tre stagioni (Da Canillo in poi) e dare un volto a questa stagione, al femminile, è tutto suo : “Her Sciales Divinity” … ci vediamo a morbegno Zia 😉

Chiusura per Francesca, Alessia e Lorenza, oblige … una non l’ho cagata sulla stampa di regime per cui ogni tanto scrivo ancora , me lo hanno fatto anche notare , ha fatto il culo a molte, a me in primis, sei stata grande Francesca, chapeau. 

Alessia dice di essere un aquilotto, ma io la mattina l’avevo invitata alla camicia di forza, pensavo fosse troppo leggera e minuta per uscire dal fango del nasego dei primi Km e poi a rischio nella discesa finale che spacca le gambe e non finisce mai. Trave nei denti anche qui per me, L’Aquilotto deve farsi aquila reale e io ci credo e lo spero tanto, questa nasego intanto ha dimostrato l’enormita’ del potenziale dentro il “Titti” della corsa in montagna. 

Poi Lorenza, per cui si è capito che tifo in maniera inveterata (sono hooli). Segnali di ripresa dopo qualche momento difficile. La stagione ha regalato l’ urlo di Malonno,  bisogna lavorare sulla continuità ma consci che le sue abilità permettono anche altro oltre alla montagna ed è chiaro che ogni tanto la coperta si faccia corta >>> la domanda che tutti ci facciamo è, ma a Morbegno, com si schiera il Saluzzo !!!???

Elites

Poi i piani alti, certo, non voglio fare il radical che guarda solo dove gli altri non guardano. 

Silvano è il vincitore morale di questa stagione italiana (perché ? Ce ne sono state altre ?)… dalla nasego alla nasego potremmo dire .

Nel 2019 a Casto fece il botto, podio nel vertical e podio nel trofeo, sembrava destinato a mangiarsi tutto. Da lì un crollo dopo l’altro: 12esimo senza grandi acuti a Zermatt, a zinal non si era visto, in Patagonia nel long distance epocale di Puppi e Walmsley un tracollo : 64esimo, ad un ora abbondante da francy.

L’ho rivisto a Malonno per il fletta 2020 e mi ha raccontato di aver cambiato molte cose. Un lungo periodo di allenamento a Font Romeu, più qualità e meno quantità.

Al Fletta è andato vicino al crack con una gara entusiasmante, poi secondo anche a Susa, nella gara agonisticamente più sentita dell’anno dai più, il suo primo titolo nazionale di Francia una settimana fa, più questa Nasego, stravinta con record , e quelle parole regalate ai social… un MANIFESTO : 

Per imparare bisogna perdere , e per perdere bisogna correre con quelli più forti …

Sylv Cach

In “quelli più forti” ci sono quello che arriva allegando le braccia, scenico e bello come non mai (lo avete notato che fisico ha messo su o sono solo io che mi faccio le pugnette?) che poi dice chiaro : del titolo italiano mi frega poco se in gara le ho prese , volevo vincere la nasego, stop… FP

E poi Saverio, delicato e gigantesco Saverio. Oggi il papà di Loic e anche di questo movimento, l’unico che può raccogliere la fascia di capitano di Berny, saverio il saggio, l’uomo, il campione.

we trust

Ecco, la nasego è stata anche questo, una cosa stupenda, da non dover simulare l orgasmo, ma averne di multipli. 

Cummers