MOGAMBO legend

Fronte del Porto

Marlon Skola Brando

La baia raglia, night night , un altro anello per l’uomo di Beirut , il capolavoro del gruppo e del credo, contro un grande gruppo, ed un grande allenatore.

In un condensato di fattori tecnici, umani e tattici si è compiuta la magia del moto perpetuo. Se Phil Knight (il fondatore di Nike) mutuò il mantra del generale MacArthur “verrai ricordato per le regole che hai infranto” a Steve Kerr calza l’ esatto contrario, fedele alla linea, coerente fino allo sfinimento, incrollabile anche il giorno di gara 4, la vittoria decisiva, quando ha rimesso Green in campo per le giocate decisive, quando ha dato credito a Thompson per la difesa au Brown a -57”, quando ha lasciato che intorno alla follia di Curry si incastrassero come mattoncini di lego tutte le risposte.

In quel momento

In quel momento e solo in quel momento si sono rivelati gli dei del basket, in quel momento e solo in quel momento Boston ha conosciuto il limite e la fine della propria esaltante cavalcata 2022. Gara 4 e’ il manifesto eletto HOOLI delle finali 22, il momento della consacrazione finale di Curry, della resurrezione di Thompson, della redenzione di Green, della crescita finale di Tatum, Brown e Timelord, perché c’è stata anche quella e non è banale.

Undici a Cinque


Il giorno di gara 4, o per meglio dire la serata italiana precedente a gara 4 tornavo dal campetto con il giovane Rob “Walton” , mio nuovo amico del basket, giovane in cui rivedo la passione e l’attenzione degna di tale nome. Lui più fortunato di me, 205 di leggerezza e buona tecnica, mi aveva appena randellato infierendo sull’anziana carcassa (11/5 – 11/6 discretamente onorevoli nello svolgimento), commentava l’imminente redde-rationem prevedendo con me l’importanza per Boston di rimanere in equilibrio sulla piega presa dalla serie e per GSW di smettere di sprecare energie nervose come ambedue ritenevamo stessero facendo, mascherando una finta gestione agli eccessi di Green.

GAME 4 – into the legend


Ciò che ne è seguito è la storia del gioco, che ha messo quella partita nel libro eterno. Ai più, giustamente, è arrivato il numero, quarantatre , dei punti e l’immagine di qualche tripla assurda, tutto storto da 8 metri. Ad uno sguardo più profondo non possono essere sfuggiti alcuni momenti di totale apnea dell’MVP nel giorno della verità, quando il destino doveva prendere la propria direzione. Guizzi nelle pieghe della partita, tra le righe che non si scrivono sui tabellini ne che vanno negli highlights…. Anche se le movenze sono del tutto diverse, anche la mistica ed il racconto partono da basi differenti, ho avuto solo un pensiero in quei momenti: Micheal Jordan.

La catarsi come già detto sono stati quei minuti finali con quelle giocare decisive di Green, Thompson e Looney che hanno chiuso ciò che Curry ed in (grandissima) parte Wiggins avevano plasmato per 46 minuti.

Su Wiggins non ammetto sfruculiamenti. Se avevo detto in pronostico 4 a 3 Boston avevo pure rimarcato come una delle chiavi decisive fosse Wiggins alla morte su Tatum nei momenti decisivi. Andate a vedere gara 4 e gara 5 ed inchinatevi ad Hooli ad ogni tiro corto del numero 0 con il canadese in estensione.

Gennaro O’ scurfanazzo

The Smart Saga


Inutile andare oltre , l’uomo di Beirut è da Nobel , senza sceneggiate e pagliacciate gli warriors sono una delle prime 5 dinastie della nba , si siedono con i Celtics di Russel e poi di Bird, con lo showtime, con i bulls di Jordan, con i bad Boys di Chuck Daly. Ciò che ora conta è osservare come Udoka ed il front office di Boston sapranno terminare il lavoro, perché il rebus è di enorme portata.

Questa squadra era fisicamente, tecnicamente e tatticamente pronta, ora lo è anche mentalmente, mondata dal sacro fuoco della sconfitta e di aver vissuto QUEI minuti dinanzi a squali come Curry e Green.

The Truth

C’è però un problema, anzi due : Hartford ha tanti, troppi anni per potersi sobbarcare ancora così tanto lavoro e Smart è (purtroppo) il più sacrificabile per prendere il lungo di sostanza che serve vicino a The TimeLord più anche un all around in omaggio (necessario). Per fare a meno di Marcus , cosa folle di cui mi pento solo a pensarla, Brown e Tatum devono completare il salto definitivo.
Questa è UNA possibilità , la più diretta forse ma anche quella più dolorosa se pensiamo da chi siano andati nei minuti di gara 7 a Miami ed in quelli di gara 4 di finale , la palla è finita sempre in mano a Smart, che non ha avuto paura ne si è nascosto, ma per vincere il titolo NBA a volte devi essere nelle mani della tua superstar, e la prossima volta toccherà a loro, JT/JB lo sappiano (Celtic Pride).

Basta con le ovvietà ,

“and as always… Fuck everybody else…. I love you“

Doctor Draymondo

Sebastian Telfair Sebastian Telfair Sebastian Telfair

Da ? Who ?