Quando parliamo di Patrick?

Ah?

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Cosa facciamo? Aspettiamo che esca qualche caso fake di doping alla Mamu per metterci tranquilli a sparare merda ? Non accadrà ! Perché questi sono seguiti e non lasciati soli con se stessi come accadde al folletto che con un semplice TUE avrebbe evitato tonnellate di merda ingiusta sparatagli addosso da merde con due gambe. Patrick Kipngeno non è che la punta di un iceberg, l’ha scritto anche il team manager e coach di Kangogo (link sopra) ..

“it’s just the beginning”…

J. Lyon

L’estate Kenyana 

Sul mio famoso taccuino delle memorie porto la bella dedica di Kilian , che mi ha voluto omaggiare durante la cerimonia dei premi di zinal 22 … in cui ha condiviso la bellezza ed il piacere di aver visto e sfidato qualcosa di nuovo sul suo terreno .

quadrupedi

Un grande, ci ho fatto davvero la pace con il mito catalano, la sconfitta dello scorso agosto, al netto di tutto e di come è maturata e gestita, me lo ha restituito pugnace, umano, agonisticamente incazzato. 

Quella mattina sono salito al Weisshorn , ho visto passare Mark Kangogo, Kipngeno, poi Kiriago, e poi lui… ed era il più bello da vedere, sembrava una palla di fucile, sembrava la locomotiva di Guccini, lanciato a bomba , la fiaccola dell’ anarchia… Kilian, non serve dire altro.

Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
Con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,

Abbiamo vissuto una stagione stupenda, forse storica. Abbiamo visto e rivisto le grandi gare ammantarsi della propria storia, senza aver bisogno di mendicare labels, anche se c’erano. I bastioni della cultura di questo sport hanno brillato lucenti. Dal Moleson dei gomiti spaccati e di Bonnet stratosferico in salita, alla Zegama dei record, dal nido d’aquila all’eterno grossglockner, da una Mont Blanc Marathon piena di colpi di scena al PizTri della caduta di Aymo, il FlettaTRAIL, il Nasego, le pappine di Thyon… che stagione ! 

Patrick

Comune denominatore : UNO, nome e cognome: Patrick Kipngeno, segni particolari: Kenyano con due gambe al tritolo e la testa di chi ha deciso di vincere. 

Si Kangogo, ok i braccialetti , tutto ok, ma il Kenyano di Run2Gether ha vinto tanto, ha vinto troppo, e lo ha fatto in un modo troppo netto per non essere lui la notizia vera. 

look at me

Monte Muro con la pipa in bocca, forse quella sera si sarà fatto delle domande , del tipo: “ma dove cazzo sono capitato?” , classico arrivo da erba alta, gente disorientata (ma chi è sta gente ? Sono del mestiere ?).

Poi Grossglockner con crono da urlo, la sua prima gara in montagna vera , Con meteo del cazzo. Dietro Il giovane Philemon e Petruzzo nostro, che ha mangiato subito la foglia: <<i denari qui si assottigliano con questo qua.>> 

Si va al nido d’aquila, nel 2021 record stellare di Chevrier.. ecciao, buona notte, 4 min in meno, asfalto al catrame .. parole di Marco Gulberti posizionato sull’ultimo sentiero :

“Sul muro finale faceva impressione sembrava corresse al piano”

M.Gulb

Non è finita , a Premana dicono che è stanco, la mette a posto subito, poi arriva dormendo a solino,  il secondo (Phil) arriva che si è già tolto le scarpe. 

Sceglie Thyon, pesta giù da subito, cancella un record che resisteva dal 1991, e forse commette un errore di tattica emotiva perché si tira addosso troppe sirene in vista della rumba. 

Alla vigilia di Zinal si parla dei suoi fastidì al ginocchio in discesa, del fatto che dopo le 2 ore di gara ci sono troppi interrogativi. All’inizio ne ha di più, si vede abbastanza chiaramente. Dopo “Chando” Kangogo fa la sua mossa, non si sa se è lui a non averne abbastanza per andargli dietro o se è eccesso di prudenza. Gli costa la vittoria, sorvolando sul finale incredibile ed eccitante di un super Blanes che gli toglie anche il secondo posto. Corre la sua prima zinal sotto le 2h30’ e tanto basta. Quando dicono “è bollito” si presenta al Nasego e fa vittoria e record, polverizzandoli, sia sul VK che al trofeo. Dopo ogni traguardo si cura di dare il cinque a tutti, salta come uno stambecco, sale sul palco con compassato aplomb regalando celebrazioni alla Dennis Rodman, lifta il trofeo d’acciaio sopra la testa che neanche Pujol del Barcellona…. 

savoir faire

Qualcuno ha scritto che il processo è irreversibile , che arriveranno all’UTMB (ho i conati, Dio ci scampi). Altri, crogiolandosi in un’ignoranza di densità merdosamente intensa si rifugiano dietro il classico “non gli bastano le maratone, che palle” …

Petro era speciale , Petro è speciale. Per come corre, per la storia terribile che ha dietro (nato in un villaggio ai confini tra Eritrea ed Etiopia in un epoca in cui quel confine è fonte di guerre, odio, morte e disastri) e del fatto che è ed ha scelto di stare da solo, di dire no alle facilità dell’avere il manager, che ha seminato amici in tutta Europa che lo ospitano, lo assecondano ma che a volte fanno davvero fatica. Petro è mito e leggenda, quando corre è poesia e adrenalina, quando vince è estasi perché è sempre la vittoria dell’impossibilità, quando perde è come quando ti chiama la banca a dirti che o rientri o sono cazzi.

Jim Morrison & The Doors

Patrick è un’altra cosa, non so come andrà a finire, se sia the beginning o se sia un anno meteora, ma sta cazzo di meteora ci ha fatto vedere qualcosa di grande, di unico, che gli ugandesi dei mondiali che poi si nascondevano nelle classiche non ci hanno mai mostrato, magari i prof. della casta dell’atletica ci diranno che è ovvio, che ne avevano anche di più, intanto però Patrick è li da vedere, nero su bianco. 

Restano i fatti, tutto il resto è prostituzione intellettuale.

MORE BASILICO FOR US 

bored to death