Put in your pipe and smoke it

Oltre un mese dopo, con il mercato delle trade già entrato nel vivo e con tanta disillusione che come sempre ha ridotto la portata di ciò che era🔪📟📻🗜️🖱️che sembrava, che non era.

Sommariamente

Le finali NBA sono in archivio con il primo titolo dei Denver nuggets, le pepite della mile high guidate da Brendan Malone, lo stesso che fece da vice a chuck Daly a Detroit tra l’88 ed il 95 scrivendo l’ultima pagina di basket vero prima dell avvento della dinastia di Jordan. Incredibile come nella serie finale e nel racconto che ne è seguito non sia stato posto mai l’accento su questo che ritengo sia l’elemento centrale della vicenda del coach newyorkese. 

Il basket dopo MJ

Una squadra fatta di equilibrio e di gerarchie, di fluidità ma anche di realismo. In cui ì carneadi o supposti tali, come pea-brown e Caldwell pope, hanno potuto selezionare i brevi ma salienti momenti più in cui lasciare l’Impronta indelebile sull’andamento della finale. Perché il basket del dopo Jordan è questo. Lo star system di oggi è solo raccontato , è fuffa , anche perché le star sarebbero Durant, Doncic, embjid e Irving ossia dei cagoni stellari che non fanno la differenza neanche a spingerli. A vincere sono i collettivi che remano insieme e si sbattono veramente,  con un giocatore o due che sanno fare la differenza nei momenti che contano ed abbassano il deretano per difendere, vedi Tatum, Butler , il Greco, Jokic (che se vuole difende) con Murray , gli warriors … 

Eccezione una , Lebron, unico dell antico testamento, ma questa è un altra storia.

La preparazione così semplice ma così lucida che Malone ha dato a questi nuggets  riconciglia con la pallacanestro perché è genuina, sostenibile, comprensibile. 

Il capolavoro non è solo Gordon, un inno al basket anni 80, la redenzione degli Oakley, dei Larry Johnson, dei John Salley di questo mondo … ma è anche l’aver gestito in quel modo i fantasmi di Porter Jr, l’aver ritagliato lo spazio e le situazioni giuste sia per Green che per I Brown, tutti e due. 

E stato bello perché è’ stato semplice, sostenibile, comprensibile. Anche maledettamente Serbo, inteso come stile alla Divac, Bodiroga, Danilovic quando vincevano e volavano basso, perché gli interessava solo la pallacanestro. Jokic non è ancora così, non lo sarà mai forse, ma un po’ di strafottenza l’ha persa, e in cambio ha trovato un titolo NBA … senza saltare ….


Jacka Molinas Jack Molinas Jack Molinas