Giù le serrande

AKA: Ndù sit pò ndué te !?

Cronaca scabrosa della stagione mountain running 2023 di Hooli.

Il programma era stato annunciato, ma come sempre sono stato ignorato dalle grandi testate del mainstream, non una parola da Times, Il Corriere della Sera, Daily Mirror ecc. Un Peccato, perché il popolino (BUE) avrebbe cosi appreso dove vedermi evoluire durante la stagione ed avrebbe potuto surfare con me. Un peccato, cari stronzi di cane, ma ormai è andata.

Giugno, Innsbruck, il mondiale

Mondiale unificato, al dis,

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Alessandro Scolari (@hooliganrun14)

il 6 giugno 2023, il D.Day, sbarcavo nella cittadina Tirolese di Innsbruck col fidato mentore Careca Bianchezi aka The Blancos. Tralascerò velocemente l’intossicazione da peperoncini piccanti rimediata nottetempo in una pizzeria di finti messicani vicino all’hotel, fautrice di scoreggie devastanti e defecazioni pestilenziali, per concentrarmi sulla eccezionale atmosfera ed organizzazione offerta dal LOC di WMTRC2023. Nel centro vero di una città ricca di storia, cultura e “schei”, strutture perfette ed adeguate, sala stampa efficiente, cornice degna di un evento pronto a fare la storia di questo sport.

Ho un compito, quello di coprire l’evento per corsainmontagna.it ed anche di commentarlo in lingua italiana per conto del comitato organizzatore che ha messo su una produzione live di grandissimo livello. Con me ci sono anche i commentatori che faranno gli idiomi Francese, Spagnolo, Inglese, Tedesco e Cinese. Le postazioni, i famigerati gabbiotti, sono da battaglia ma adeguate, si trovano proprio dietro al mega palco, sono anonime, sembrano i container dei muratori che sono li a fare i lavori di restyling di un palazzo, dentro invece c’è Garasa che urla “Arrancamos” o Gaffuri, oppure Hooli, che nelle 13 ore di live del Trail Long piscerà anche nelle bottiglie per non staccare dalla diretta… it’s in the books.

urineador

Detto della ottima organizzazione, che ha reso giustizia ad atleti ed appassionati, Il mondiale 2023 si condensa per me in una manciata di emozioni forti:

  •  il 7° mondiale di Andrea Mayr, che entra cosi nel mito, lasciando la leggenda che già le apparteneva. Rigenerarsi a 44 anni, reinventarsi completamente, ricaricarsi ed in definitiva riprendere da dove non ha mai smesso. Una gara perfetta, una vittoria sfavillante resa indelebile dalla concorrenza di alto livello. Un inizio che non dimenticherò mai con la Saapunki (DNF), la Joyce e la MacLaughlin che sembravano indemoniate, la lotta bava alla bocca di campionesse eccezionali come McCormack, Hottenrott, Dewalle, Belotti, Sortini, Murphy, Florea (DNF), Chelangat con qualcuna di loro che ha preferito saltare ma tentare il tutto per tutto. L’urlo di Andrea nel finale, il suo six pack che si tira mentre alza le braccia al cielo, tutto quello che ci è andato dietro, regalandoci una stagione indimenticabile…
  • Grayson. Perchè se Andrea ha regalato l’eternità della sua immagine vincente con un colpo di coda che la pone su dimensioni da Micheal Jordan, ad Innsbruck si è definitivamente consacrata l’americanina. Vederla in azione regala vibrazioni, è come guardare un porno, non ci sono storie. Ha classe, ti fa sentire la fatica mentre la ammiri e senza che tu te ne renda conto la debella, la sovrasta con la leggerezza della normalità e di una grinta smisurata. Perfetta in ogni aspetto, due medaglie nelle due gare vere del mondiale, il body, le braccia ad aereo, i calzini a mezzo polpaccio, la svedese che l’ha fatta schiumare. Mi sono venuto in mano.
MVP
  • Xavi. Un capitano, il capitano di questa nazionale 2023. La gara conclusiva, il classic feroce degli africani, dove la medaglia ormai significa riuscire ad andare nei 10. Corre una gara perfetta, si bacia la maglia sul traguardo, viene in cabina e ci spiega cosa vuol dire avere cuore, avere passione, piange lacrime vere, lacrime di chi è in giro su questi sentieri dal 2009, vivere vincendo. La semplicità dell’uomo, la classe del campione. #lesalpages
Luglio, Fletta, misti(ficatrice) ed indiscutibile

Dietrologicamente si potrebbe pensare che io abbia molto da dire e da scrivere su questa gara, in realtà non è cosi. L’evento è organizzato magistralmente ed il grande successo di Giorgio Bianchi e del suo team è totale, perché Malonno è ormai una simbiosi unica con le due gare e con tutto quello che gravita intorno. Tifo, attenzione, eventi, partecipazione. Un pubblico che ogni anno aumenta ed è competente e preparato. Sorprendente come, al di la delle due gare, attiri grande attenzione la serata del Sabato, che quest’anno è stata di fatto raddoppiata, ed il 3° tempo della domenica, che ha fatto un pienone mai visto. Tutto da 10 e lode, anche se personalmente, per ragioni mie, la partecipazione mi risulta sempre più complessa e mi lascia parecchi strascichi di nervosismo per non dire magone. Forse è perché conosco tutte le dinamiche che stanno dietro le quinte, e vedo gli atteggiamenti delle persone senza il filtro della superficialità che ti fa vedere tutto scintillante.

Fronte del Palco

Rimane un’edizione memorabile per il 60°, per la vittoria superlativa di Andrea Mayr nel PizTri (I’m still flying) e quella monstre ed attesa di Kipngeno. Il Fletta ha regalato il grande record, con Kiriago assatanato che finalmente ha fatto il salto di qualità e Joyce che non ha fallito l’obiettivo con una tattica di gara da consumata veterana, gestione mista sofferenza e gioco di rimessa fino a Narcos, poi dopo il Campass un cambio di mentalità più facile a dirsi che farsi, ma eseguito con grande convinzione. La top 5 del condor è stata la vera perla, anche se pochi o nessuno l’hanno colta. L’emozione più grande è stata vedere con quanto rispetto gli atleti più forti hanno lottato e rispettato la competizione.

7TIMES

Mi sono spostato col Gilera Stalker sul percorso, visionando lo start, i passaggi sotto la scuola di Landò, incrocio sedena/campass, Fontana Loritto ed arrivo, è stato come vivere un film, con la pellicola che si è dipanata davanti ai miei occhi. Nel silenzio e nella nudità della pura e cruda sfida, anche la mistificata Malonno, fornisce tutte le risposte….  #GiannaOnTheDancefloor

CALIPPO SUPER SAJAN – after the surf session

Agosto, il Fattore Zinal

AKA Sigari e Raclette la sera prima

come ho ampiamente avuto modo di postare, scrivere, discorrere. Zinal è la finale di Champions, le finali NBA, il Tour de France. Mettetela un pò come cazzo vi pare. E non c’entra nulla che ci siano quelli forti. Certo questo aiuta, perché li ci sono veramente tutti, tutti, tutti. Ma è la cultura, è la storia, la tradizione e l’enorme attenzione che tutta la Vallata riserva, che gli organizzatori hanno saputo dare al prodotto. Qui capisci che le visioni ed i sogni che abbiamo si possono concretizzare. Loro hanno le risorse ed il territorio perfetto per farlo, e lo fanno.

NO-FEAR

La cosa più importante è stata come sempre la gara. Non si è nascosto nessuno, qualcuno l’ha presa nei denti, altri hanno vissuto la giornata perfetta, altri hanno sognato, qualcuno è saltato per aria. Ho risalito come già feci gli ultimi 11k fino al Weisshorn cosi da potermi godere l’atmosfera della gara dei Tourists e dal mitico Hotel poter testimoniare l’epica sfida. Ho avuto scariche vere all’arrivo di Xavi, che mi ha confessato di non averne più molta e si è beccato un’ostia in stereofonia. Madalina stringeva i denti, testarda e stupenda, con lo sguardo di ghiaccio che ti folgora e ti disintegra, Philemon aveva tutto nel mirino, mentre Remigio era fuso e si ritirava davanti a me imprecando in gruvierardo. Dati alla mano nel supposto fallimento di Kipngeno, che tale in realtà non è, scopriamo che il distacco dalla tabella record di Kilian matura ancora e solo nella prima parte. Da Chando in poi Kip e Philemon hanno corso sui tempi di Kilian e Petro 2019, ossia la dove tutta l’attenzione del pubblico è stata catalizzata su di un racconto sbagliato per il quale i Kenyans da dopo Weisshorn sono fusi. Non sono arrivati freschi, questo no, ma i meri numeri dicono che hanno corso come, se non meglio, del passo da primato, Il rebus è tutto prima di Ponchette, e ad oggi rimane senza soluzione.

L’edizione 2023 di SZ sarà cosi quella di Philemon, di Alice che corre un garone (inatteso), del Condor che dimostra ancora una volta di ignorare la pressione, della cinese Miao che miagola alla grande nel finale, di una Laukli impressionante (e da me poco percepita nell’immediato dopo gara, ma con una analisi più fredda la sua gara è innegabilmente maiuscola) e di una Joyce che sigilla la sua Coppa del Mondo numero 3 nella gara che l’aveva maltrattata l’anno scorso. Xavi ristabilisce in parte il credito, Madalina piange, ma è stata superlativa, facendoci godere per un ora e mezza.

Tra i miei souvenirs 2023: certamente l’aver finalmente conosciuto e parlato con Aldo Allegranza, unico vincitore Italiano (1983) insieme al Dega della grande classica dei 5 quattromila, i momenti passati con Jono, Susanna Saapunki, Marco Gulberti ed Hector Rubio. Condividiamo la stessa passione, sono delle persone super con cui mi trovo davvero bene. La potenza del silenzio e dell’equilibrio di Marco sono vitali, ed Hector ha una marcia in più.

Cabrones

Settembre, Apoteosi Nasego

AKA – endòela la pòtela?

16MILA

Dopo le illusorie sensazioni del 2022, in cui tutto mi pareva finalmente divenuto controllabile, la Nasego 2023 (Pucia) ha nuovamente richiesto due o tre crisi di nervi importanti per essere al fin domata con lauta soddisfazione. Pur partendo in largo anticipo, pur investendo con la benna della pala, pur abusando di pressioni psico-politiche alla fine è stata una carneficina di energie nervose.

GOLOSASTRI

Ne è uscita comunque una nasego che inaspettatamente ha offerto una degna cornice alle due serate pre-gara, ed una discreta spruzzata illusoria in partenza. Al resto ci ha pensato il livello, quello vero, quello mai visto su questi schermi, con due gare che per quanto mi riguarda rimangono nella storia, dopo Zinal la gara dell’anno senza molti dubbi, un bagno di talento debordante con Mayr, Kip, Joe, Philemon e Chris grandi mattatori ma senza dimenticare Madalina, Scout, Andy, Xavi, Cesare, Rosty, Aymo, Gibson, Philipa e via andare con la lista infinita….. tanta, tantissima roba, tanti spunti, l’interpretazione del percorso del Trofeo che rimane un tema assolutamente di attualità, alcune potenziali idee per far salire ancora il prestigio del saper vincere o fare bene su questa rumba infernale che anche questa volta ha offerto grande ritmo.

LIBRI DI STORIA

Siamo usciti su Sky, RAI, Mediaset con presenza on site di Colnago, abbiamo avuto ottime risposte dai media locali, la cornice delle premiazioni e la baraonda della domenica pomeriggio non hanno deluso.

L’impressione è che siamo agli sgoccioli, la Nasego a mia sensazione non durerà ancora per molto, ma potrebbe avere in serbo, forse, un gran colpo dei suoi, per lasciare ai posteri che l’hanno conosciuta, un ricordo indelebile.

Pùtei che robe

Ottobre, Chiavenna ed il Boss

Ancora una volta il muso della macchina è stato rivolto verso la chiave d’Europa. La stupenda Chiavenna mi accoglieva placida come sempre, con in più i colori e la delicatezza di questo ottobre primaverile. Il retroscena è d’obbligo: al mattino del Trofeo nasego, mentre Casto si svegliava e Via Roma era popolata ancora solo dai volontari addetti all’allestimento della zona di start, dal fondo del rettilineo avanzava con passo incerto la figura dell’ottimo boss del vertical, aka Nicola Del Curto. 3 ore di viaggio per venire a consegnare due torte fioretto al patron e per inchiodarmi alle mie responsabilità morali ed emotive. Il gran fottuto sapeva che ho un cuore e la frittata era pressoché fatta.

Un mese dopo caricavo Gulberti sulla vettura e doppiavamo il Passo Aprica per l’ennesima volta.

BREGAGLIA BOYZ

I capricci delle star imponevano regole ferree, che il Boss sicuramente ha gestito ridendosela. Venerdì con presentazione softata al solito, superata devo dire magistralmente perchè poteva essere un tonfo. Bella gara al sabato mattina con Aymo sub 32′, che l’ha obiettivamente fatta vedere. Peccato le scarpe futuristiche da 85 grammi mostrate in pregara e poi non indossate, sarebbe stata la perla.

Piacevole sabato pomeriggio con premiazioni e momento Ugazio davvero interessante (Arriva Ugazio, Wladimir, arrivaaaa… cit).

GERMANO REALE

Domenica una passeggiata. Numeri risicati, non da essere furoreggianti se la guardiamo dal lato organizzatore old school, ma bella cornice, bella partecipazione globale, ed ottima esposizione media con le Fluide che hanno cavato davvero il massimo da un’edizione che per forza doveva essere in tono leggermente minore rispetto ai due anni passati con finalissime e nations cup varie.

Il Percorso del Bregaglia Half può concedere molto ad eventuali sfide future e la salita a Lagunc è un mantra totale. La bellezza e la suggestione storica e culturale stordente della cittadina fanno il resto, con una serie di strutture che di default ti fanno partire già in vantaggio sul gruppone.

JOE & EAGLE

IN CHIUSURA

Mandare i titoli di coda di questa stagione è tanto facile quanto malinconico. Dispiace sempre realizzare che un altro giro di calendario ci è passato sotto il naso, imprendibile ed inarrestabile. Sono stato dovevo volevo stare e con un pizzico di equilibrio in più dettato dall’istinto di sopravvivenza sono riuscito a trarre piacere da un’altra stagione vissuta seguendo questa interessante vicenda umana che si è confermata essere la corsa in montagna. Storie, cicli, persone, atleti e luoghi spremuti in una ritualità che torna e ricorre, che tutto sommato non delude mai.

HOOLIRUN

COURTSIDE COUNTDOWN 2023 – BY HOOLI – le mie 10 del 2023

  1. ANDREA MAYR – sono 7, contateli;
  2. PHIL KIRIAGO – ArgentoInnsbruck-Fletta-Zinal-Nasego-WorldCup: R-U-Kidding me?;
  3. GRAYSON MURPHY – Innsbruck Finest
  4. PATRICK KIPngeno – Padrone di questa era storica, cosi forte da essere scontato;
  5. JOYCE NJERU – Threepeat;
  6. XAVI CHEVRIER – in mezzo a tanti su e giù, in mezzo a mille ostacoli, una statura umana coniugata al valore tecnico senza tempo, vecchio cuore granata.
  7. CESARE MAESTRI – Vale quanto detto per Kip, si danno troppo per scontati. Il numero del Giir di Mont è stato magistrale. E un altro scudetto.. ;
  8. MADALINA FLOREA – All’attacco, sempre e comunque.
  9. HENRI AYMONOD – sfidando i fantasmi. Due comeback degni di uno vero. Chi lo da già per finito sbaglia, se ne accorgerà. Rimani saldo.
  10. SOPHIA LAUKLI – Vincerà tutto ciò che cercava, e il crono di Zinal è tanta roba, sgomberando qualsiasi dubbio potessi mai nutrire. Mi scuso se non l’ho colto subito. Peccato non averla vista al mondiale confrontarsi al meglio.
  11. bonus tracks: la Mogliano, Il condor Calippo, Andrew Eagle, Joe Stew…. scariche positive

E questo è quanto. Alla prossima !

STEPPEN . . .